lunedì, aprile 02, 2007

UNA BRIOCHE AVVELENATA

Una brioche posata sul tavolo della cucina, al mattino alle sei, dopo un sabato notte passato fuori.
Un sabato notte passato in una discoteca e poi un passaggio dal primo forno aperto che si incontra: è questo il gentile omaggio da portare a casa.
E' il regalo che molti figli credono di fare ai loro genitori ( e qualche genitore ne è anche teneramente commosso) .
Questo regalo non ripaga e non ripagherà mai di tutto il sonno perso, delle ansie, delle paure di una mamma e di un papà.
Ma non so come spiegarlo a mio figlio, che anche lui come moltissimi altri si adegua al rito delle notti nei vicoli o al LUNA ROSSA o in Versilia. Non riesco ad essere contenta di questi riti, sono piuttosto esterefatta e non provo tenerezza, proprio nessuna tenerezza, nel vedere questo dolcetto posato sul tavolo. E' un dolcetto avvelenato che vorrebbe lasciare questo messaggio:" Ecco , sono tornato a casa, sono sano e salvo, sono di là che dormo in camera e ti lascio il segnale della mia presenza. Anche per stanotte non è successo nulla di quello che tanto ti spaventa, nessun incidente di macchina, tutto tranquillo ."


VERAMENTE PENSO CHE E' MOLTO DIFFICILE FARE I GENITORI OGGI.
I RITI DI PASSAGGIO CI SONO SEMPRE STATI,MA QUELLI DEI NOSTRI GIORNI CREDO SIANO MOLTO PIU' TRIBALI DI QUELLI DEL FILM "UN UOMO CHIAMATO CAVALLO".
LA PAZIENZA CHE CI E' RICHIESTA E' A VOLTE QUASI DISUMANA.
OGNI TANTO UN GRIDO ME LO CONCEDO, UN GRIDO PER NON IMPLODERE, UN GRIDO PER TIRARE FUORI IL DOLORE, UN GRIDO COMPENSATORIO, IL GRIDO SANO DI UNA GENERAZIONE DI GENITORI PROVATI :" FINO A QUANDO SIGNORE, FINO A QUANDO?".

7 commenti:

zefirina ha detto...

e che dire di quando ti svegliano per darti il bacio della buonanotte, che non è più buonanotte visto che sono le tre del mattino e tu nonostante tutto ti eri addormentata???
io ho tre figli la più grande ne ha 25 il più piccolo 13 passando per quello di quasi 18, ti dico che non finisce mai.....

MariaTeresa ha detto...

Carissima Zefirina anche io ho fatto tris: 25 22 e 15 anni.
Noi mamme di famiglie numerose siamo gente in gamba,a volte sfinite,ma in gamba. Potremmo fondare un partito, scrivere meravigliosi libri,fare le opinioniste in televisione,ecc.
Abbiamo tanta esperienza, grande cuore,una generosità di fondo, e, a tratti qualche incazzatura...
Un grande abbraccio da sorella

zefirina ha detto...

ricambio e ti linko

lasposina ha detto...

eh, vabbè, però capite pure noi ragazzi, la brioche sul tavolo non è avvalenata ma anzi è un modo per dire "grazie che anche stanotte mi hai fatto vivere la mia vita, come è giusto che sia, senza starmi addosso, senza farmi pesare le tue ansie". perchè questo è il compito di un genitore, no? e lo dice una mamma di un cinque enne, a sua volta figlia.
La mia di mamma (la zefi di prima) ancora si preoccupa per me, che vivo da sola da quando ho 20 anni e che ho un figlio e che ora sono pure all'estero. Rilancio e dico "a quando smetterete di preoccuparvi?".

Vincenzo Trichini ha detto...

Difficile fare un discorso generale, perchè la relazione genitore-figlio, solo per sommi capi assomiglia a quella dei "manuali".
Comunque ci provo:
"...però capite pure noi ragazzi...".
E' vero i ragazzi vanno capiti, ero ragazzo io quando ho sentito questa frase la prima volta ed è stata compagna nella crescita dei miei figli, mi permetto di dire, che è stata quasi come un tabù intoccabile, comunque almeno come un chiodo fisso.
"...mi hai fatto vivere la mia vita, come è giusto che sia..."
Anche questo è un refrain consolidato e sacrosanto. Non è forse quello che desideravo io quando ero ragazzo?
Sì, infatti, non ho imposto il tipo di studi ai miei figli, ho assecondato il loro sentire, non ho imposto a tutti i costi i miei valori religiosi, li ho indirizzati finchè ho potuto cercando di essere soprattutto testimone, ma poi sono come vogliono essere.
Non li ho costretti a studiare musica, a primeggiare a tutti icosti per far contento il papà e la mamma, a prendere dieci a scuola con il ricatto "devi farlo per me, per amore mio".
E mi fermo qui.
Ma...
Qualcosa stride!
Udite udite anche i figli hanno dei doveri!
L'ho detto! Anatema!
C'è un dovere nell'essere genitori che è quello di trasmettere valori, ma anche equilibrio e buonsenso. In definitiva dare gli strumenti per poter affrontare la vita da adulti. Che è un po' diverso da "lasciami fare quello che voglio, ne ho il diritto".
Un genitore si preoccupa di un figlio anche quando ha trenta anni? Non è strano, non è, di per sè, un atteggiamento malato. Poi vediamo caso per caso ma di per sè sarebbe strano il contrario.

Tornando sulla brioche avvelenata, il mio essere adulto mi dice che tornare regolarmente alle tre del mattino non è normale, che qualcosa si è "rotto" nella percezione dei ritmi che scandiscono la vita quotidiana.
Rispondo alla "sposina" con un'altra domanda: "quando smetterai di preoccuparti per il tuo piccolo, ora che sei mamma?".
(..ah, dimenticavo di presentarmi, sono il marito di teresindelpigo).
Ciao

zefirina ha detto...

piacere di conoscerti vincenzo, io ho un atteggiamento dissociato, lo ammetto, nei confronti dei figli, mi preoccupo ma nello stesso tempo mi ricordo di quello che non era permesso fare a me e mi viene da dire: vabbè rientra quando ti pare, perchè anche io passavo le ore a parlare, parlare e non mi accorgevo che si faceva sempre più tardi, con valentina (lasposina) ammetto di essere stata più severa ma non perchè fosse una femmina, solo perchè con la prima sperimenti, con il secondo raddrizzi la mira e con il terzo.. non lo so perchè è ancora un ragazzino.
Ecco per me è difficile a volte essere coerente anche perchè sono l'unico loro genitore e devo gestirmela da sola nel bene e nel male senza potermi confrontare se non con le amiche

Vincenzo Trichini ha detto...

Si vede che siamo coetanei, anche noi abbiamo una sposina (25) un 22enne e l'altro 16enne! Ed è vero: sperimenti, raddrizzi e...quanto a coerenza ho imparato sulla mia pelle che fa rima con rigidità, credo (spero) che i figli imparino ad essere adulti anche dalle nostre contraddizioni di genitori alla ricerca. Da te che fai per due impareranno il doppio!