venerdì, gennaio 23, 2009

Un papà

"Quando andiamo al mare, il mio papà mi porta dove non si tocca e mi dice:' appoggiati disteso'.
Io lo so che lui mi tiene e in mezzo a tutta quell'acqua non ho paura. Io sono tranquillo come un pesce con suo padre quando nessuno li pesca."
Alessandro 7 anni

Abbiamo bisogno di fare l'esperienza di essere'legati' a qualcuno, per poterci sentire' legati' a QUALCUNO.

martedì, gennaio 13, 2009

Non ci facciamo mancare niente

E' di ieri una notizia che mi ha lasciata un po' sconcertata: su alcune linee del metrò di Barcellona sono apparsi grandi manifesti pubblicitari con questa scritta "Probabilmente Dio non esiste, smettila di preoccuparti e goditi la vita".
Questa particolare campagna pubblicitaria è stata sovvenzionata dall'associazione atei e liberi pensatori della Catalogna, (caspita quanti soldi devono avere...) ed io lì per lì mi sono data spiegazione di questa strana iniziativa tirandomi in ballo Zapatero, una certa mentalità molto aperta su alcune "conquiste " laiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato la Spagna...
Ma stamattina leggo sul Secolo XIX di Genova che anche da noi , sui nostri autobus , sono stati comprati spazi pubblicitari sempre dall'associazione atei e liberi pensatori ( immagino non più catalani ma genovesi e comunque caspita quanti soldi devono avere...) e sono apparse queste scritte :"La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno."
Noi non saremo certo Barcellona, ma nel nostro piccolo NON CI FACCIAMO CERTO MANCARE NIENTE.



Insegno catechismo in una parrocchia di Genova ed ieri con i miei ragazzi abbiamo parlato di questa novità tramviaria. Abbiamo sempre immaginato Dio come un Papà , un papà buono su cui fare affidamento, un papà che ti tiene in braccio e non ti molla, un papà che ti accompagna e ti orienta verso il bene, noi non siamo preoccupati perchè Dio esiste,noi siamo contenti che Dio esista.
Noi siamo contenti di aver bisogno di Dio e sappiamo anche che Lui ha bisogno di noi, che possiamo essere le sue mani, le sue braccia, il suo cuore.
E ci godiamo la vita.

giovedì, gennaio 01, 2009

Parla, che io ho tempo

In questi giorni di festa, ho incontrato una anziana e carissima signora, che sta vivendo uno dei dolori più grandi che possano capitare ad un essere umano :la morte di un figlio.
Non ci sono parole da dire di fronte ad una prova così, veramente non ci sono parole da dire.
Ci sono però tante parole da ascoltare.
Alcune di queste sue parole mi hanno illuminato particolarmente: mi ha raccontato di una sua vecchia amica, una di quelle che si conoscono da bambine e ti accompagnano per tutta la vita, che in questi giorni così crudi le telefona spesso ed inizia la telefonata così :"Parla Adriana, parla, che mi' ho tempu" (per chi non conoscesse il dialetto genovese significa"che io ho tempo").

Veloci ed asettici sms riempiono l'etere di "nulla",Facebook ci collega con l'illusione di avere tanti amici e intanto diventiamo sempre più incapaci di abbracciare, provare compassione, condividere. Una anziana signora, senza saperlo, seguendo un impulso di affetto, è più rivoluzionaria del più grande rivoluzionario e cambia il mondo, cambia il mondo senza urlare slogan.

CHE COSA VIVIAMO A FARE, SE NON PER SOLLEVARCI A TURNO GLI UNI CON GLI ALTRI?