mercoledì, dicembre 22, 2010

Natale 2010

Che ce ne facciamo di un neonato?
Siamo seri,anche spietati volendo, ma onesti.
Lo volete davvero un Dio così?
Ma come:noi cerchiamo un Dio muscoloso, onnipotente, capace di risolverci i problemi, un Dio che prende le nostre difese,che sistema i nostri guai e ci troviamo di fronte a un neonato bisognoso di tutto?
Non so che farmene di questo Dio!
Mi crea guai!
Mi suscita imbarazzo!
Chiede,
invece di dare !
Credetemi amici: quel neonato dalla pelle arrossata che cerca il seno acerbo della madre ci scuote dalle fondamenta, rade al suolo ogni nostra idea di Dio.
A chi sarebbe venuto in mente di inventarsi la storia di un Dio bambino?
E un bambino che nasce da una coppia di poveri?
In un paese occupato?
Ma dai!
L'incarnazione ci raggela, perchè dice chi è veramente Dio.
Un Dio che ama la vita fino a volerla condividere.
Un Dio che accetta la sfida di spogliarsi della propria divinità per condividere ogni istante con l'uomo.
Dio diventa uomo per salvare l'uomo.
Dio diventa uomo perchè l'uomo diventi Dio.
Dio diventa uomo perchè l'uomo,infine ,impari ad essere uomo.


Paolo Curtaz

venerdì, dicembre 17, 2010

SULL'AMICIZIA 2

"Amico mio, accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace".

Antoine de Saint Exupery

SULL' AMICIZIA 1

A cadere ci si riesce anche da soli, ma per rialzarsi ci vogliono le mani di un amico.

(proverbio yiddish)

martedì, dicembre 07, 2010

SOTTRARSI

Qui la parola non è intesa come scappare, negarsi, non partecipare, ma bensì come lasciare spazio, lasciare che qualcosa o qualcuno irrompa, non sostituirsi mai ad un altro nelle sue responsabilità, mettersi un po' da parte affinchè accadano eventi.
Non è semplice.
Parlando con una cara amica del rapporto con i figli ormai grandetti, abbiamo convenuto che a volte serve di più sottrarsi che addizionarsi.