Abbiamo tutti un immenso bisogno di imparare a vivere insieme come diversi, rispettandoci, non distruggendoci a vicenda, non ghettizzandoci, non disprezzandoci e neanche soltanto tollerandoci, perchè sarebbe troppo poco la tolleranza. Ma nemmeno, direi, tentando subito la conversione, perchè questa parola in certe situazioni e popoli suscita muri invalicabili.
Piuttosto "fermentandoci" a vicenda in maniera che ciascuno sia portato a raggiungere più profondamente la propria autenticità, la propria verità di fronte al mistero di Dio.
Omelia del Cardinale Carlo Maria Martini 8 maggio 2005
In questi giorni grandi polemiche nel mio quartiere di Genova Sampierdarena : era stato scelto un posto per accogliere alcuni profughi nord africani. Non so se la struttura fosse proprio fra le più adatte :è un'ex scuola dismessa. Forse si poteva trovare di meglio ma comunque il problema non si pone più perchè non tutti gradiscono ...
Grandi discussioni nel Consiglio di Circoscrizione , raccolta di firme di abitanti contrari all'iniziativa, insomma non andiamo poi a dire che Francia e Germania hanno chiuso le frontiere, che l'Europa ci ha deluso, perchè siamo noi che stiamo chiudendo le frontiere del nostro cuore, siamo noi che siamo deludenti ai nostri stessi occhi e a quelli dei nostri figli.
2 commenti:
Bellissimo post che condivido anche nella ecomiabile finalità. Sono convinta che la nostra crescita spirituale passa anche attraverso la conoscenza dell’Altro. Riservare l’opportuna attenzione agli altri – che offrono spesso stimolanti emozioni - ci consente di porgere orecchio a richiami intensi e significativi. Al contrario, il subdolo, corrosivo insinuarsi dell’indifferenza, deteriora inesorabilmente la nostra interiorità.
Grazie Renata del tuo commento.
Il Cardinal Martini che ascolto e leggo da tanti anni è per me una delle figure più nobili della Chiesa e i suoi pensieri mi aiutano a crescere.
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