Ci sono serate in cui il letto matrimoniale si trasforma in una specie di zattera.
Intorno c'è un mare che si increspa sempre di più in un movimento andante con molto brio, e lì, in quella stanza, c'è una zattera con dei naufraghi.
Questi due si confidano, si raccontano, si consolano, si intendono, a volte ripensano a situazioni buffe e ridono, a volte tacciono perchè il vento troppo forte e sferzante li ammutolisce.
Ogni tanto si aggira intorno alla zattera un terzo o un quarto ( un figlio o due figli) e lì sostano per un po'.
Da quella zattera prima di affidarsi al sonno si alzano brevi preghiere perchè la condizione di naufrago porta ad essere sintetici .
Intorno c'è un mare che si increspa sempre di più in un movimento andante con molto brio, e lì, in quella stanza, c'è una zattera con dei naufraghi.
Questi due si confidano, si raccontano, si consolano, si intendono, a volte ripensano a situazioni buffe e ridono, a volte tacciono perchè il vento troppo forte e sferzante li ammutolisce.
Ogni tanto si aggira intorno alla zattera un terzo o un quarto ( un figlio o due figli) e lì sostano per un po'.
Da quella zattera prima di affidarsi al sonno si alzano brevi preghiere perchè la condizione di naufrago porta ad essere sintetici .
3 commenti:
bellissimo post, però mi raccomando.... per me MAI un Angelo di Dio!!!!Giulio
Bella questa metafora. Mi ci ritrovo anch'io in una zattera simile. Non si aggirano più intorno alla nostra altri piccoli naufraghi, ma anche da essa si alzano brevi preghiere, perché gonfino le vele di un buon vento per chi si è allontanato dalla nostra zattera con la sua nuova imbarcazione, ma sappia che noi siamo sempre qui pronti a tendere il nostro remo
Posta un commento